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Decimo dono: il sacrificale da dirci e da fare.
Volontà sacrificale Paterna: terrestre passiva inimicale
sul bene inerente dell’autorità umana. *) Monopolio dell’unità.
L’irradiazione morale non ci dà l’unità che me
l’ha pregata. Come mai che a noi ci ha promesso l’efficacia
orazionale? Gesù deve rinunciare al sacrificale eternale,
ottiene il temporale ecclesiale Pneumatico.

Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del dire
egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare sacrificale.
Ci si accosta pregandolo. Quando pregate, voi dite:
Padre nostro che sei nei cieli. Sia fatta la tua volontà sacrificale,
la celeste e la terrestre. Preghiera tutta sacrificale questa,
da dirci e da fare. Il Padre vuole il sacrificale suo celeste.
Vuole pure il terrestre: il suo e il nostro: attivo e passivo;
il cosmico e l’inimicale. Il nemico ci può sacrificare: i beni
componenti, aderenti e inerenti: dignità e autorità umana. La
divina è sacrificale, la genitoriale è egoisticale. E l’ecclesiale?
Col decentramento del sacrificale, ne viene una catena di
interventi egoisticali, tutti monopolizzatori. Dal quarto anello
passiamo al quinto: il monopolio dell’unità. La Chiesa si
è data una sua unità marcatamente egoisticale, manipolando
alquanto quella di Gesù. Una unità egoisticizzata, che ha
prodotto gravi, profonde e vaste divisioni. Gesù le ha assegnato
una unità prettamente sacrificale. Si irradia col suo
sacrificale crociale e ci unisce a Lui col nostro sacrificale.
Morale fu la prima irradiazione del suo spirito di amore
sacrificale. L’unità non ce l’ha elargita. Eppure Gesù l’aveva
caldamente pregata nella sua Ultima Cena.
1) Lo attesta sinceramente: ‘Io prego per loro, non prego per
il mondo, ma per quelli che mi hai dati, perché sono tuoi’.
2) Lo afferma presentemente: ‘Padre Santo, custodiscili nel
tuo amore sacrificale, che mi hai dato da vivere in forma
personale, perché siano una cosa sola come noi. Quando
ero con loro, io li custodivo nel tuo amore che mi hai
dato; e li ho protetti e nessuno di loro è perito, eccetto il
figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura’.
3) La effettua non solo per i presenti, ma per i futuri fideandi:
‘Non prego solo per questi, ma anche per coloro
che crederanno in me per mezzo della loro parola,
affinché tutti siano una cosa sola, come Tu, Padre in me
e io in Te, perché anch’essi siano una cosa sola in noi,
e il mondo creda che Tu mi hai mandato’.
È a questo punto che sorge in noi la richiesta di una spiegazione:
hai garantito efficacia alla nostra preghiera:
‘Tutto ciò che domandate al Padre in nome mio ve lo
concederà’. Tu preghi il Padre nel nome tuo, e non ottieni
quello che domandi. Come possiamo credere alla tua
Parola e come possiamo sperare l’esaudimento? Non sempre
la sua preghiera fu inefficace. Prega per Pietro ed ecco
puntuale il suo ravvedimento: Disse poi il Signore:
Simone, Simone, ecco che Satana vi ha ricercati per
vagliarvi come il grano. Ma io ho pregato per te, perché
non venga meno la tua fede. E tu, una volta ravveduto,
conferma i tuoi fratelli’. Come mai allora non ottiene pregando
l’unità della sua Chiesa? Per rispondere dobbiamo
mettere a confronto l’unità e la sacrificalità Figliale.
1) L’unità ecclesiale la si ottiene con la perfetta sacrificalità
di tutta la Chiesa. Gesù si irradia sacrificalmente e
noi ci uniamo con la nostra sacrificalità vissuta. La
nostra non lascia più spazio alla sacrificalità di Gesù.
2) Ma è proprio a questo che Gesù non riesce a rinunciare.
Non gli è concessa la sacrificalità eterna dell’amore,
si prende allora tutta la temporale possibile.
Noi abbiamo conosciuto la sua passione crociale, e quando
la ripensiamo è la commozione che ci prende, è la meraviglia
che ci assale, è la compassione che ci invade. Ma la passione
crociale fu un segno profeticale parlante della passione
pneumatica di Cristo nella sua Chiesa. La distanza enorme
fra le due è segnata dalla fisica immensamente inferiore
a quella pneumatica. Non c’è confronto. Noi non fummo i
suoi crocifissori al Calvario, lo siamo nella Chiesa. Perché
dunque non abbiamo conosciuto l’unità della Chiesa?
Perché Gesù non ha voluto rinunciare alla sua sacrificalità
nella Chiesa. E la sua sacrificalità vale immensamente più
della nostra; per questo la Chiesa non finirà mai nelle mani
di Satana. Il male ecclesiale (i monopoli) ha una sola spiegazione:
Gesù lo vuole per accettazione sacrificale e lo
Pneuma lo fa essere per azione solidale. Devoto accetto.

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