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Decimo dono: il sacrificale da dirci e da fare.
Volontà sacrificale Paterna: terrestre, passiva, inimicale
sul bene inerente dell’umana autorità. L’ecclesiale?
*) Monopolio del potere. Che potenza è la divina? Dal
raggio Paterno che mi si è ceduto espropriato alla sua
radice trinitaria. Movimento espropriativo non collocato
dagli uomini in Dio. In noi è movimento appropriativo. Il
Padre è espropriazione generativa.

Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo. Quando pregate, voi
dite: Padre nostro che sei nei cieli. Sia fatta la tua volontà
sacrificale, la celeste e la terrestre. Preghiera tutta sacrificale
questa, da dirci e da fare. Il Padre vuole il sacrificale
suo celeste. Vuole pure il terrestre: il suo e il nostro: attivo
e passivo; il cosmico e l’inimicale. Il nemico ci può sacrificare:
i beni componenti, aderenti e inerenti: dignità e
autorità umana. La divina è sacrificale, la genitoriale è
egoisticale. E l’ecclesiale? Col decentramento del sacrificale,
ne viene una catena di interventi egoisticali, tutti
monopolizzatori. Passiamo all’ultimo anello: il sesto: il
monopolio del potere. Non conoscendo la potenza divina
l’uomo biblico ha collocato in Dio la potenza umana elevata
al massimo coefficiente. Ma la potenza umana è egoisticale
e in Dio non c’è spazio alcuno per una simile potenza.
È più che legittima la richiesta: che potenza è quella divina?
(Il fideato fu ingannato da quell’idea biblica) Ci siamo
arrivati sulla via del Visuato Paterno. Ci siamo visti alla
luce pneumatica il raggio divino di amore Paterno che mi
si è dato da vivere con una concezione battesimale cresimata
inconscia, e l’ho trovato espropriato perché passato in
proprietà mia (cessione espropriativa). Il Visuato mi ha
sospinto a salire in alto col pensiero e a guardare dentro nel
talamo eternale trinitario, per scorgervi la sorgente: un
gesto espropriativi impensabile da noi. Infatti se in noi non
c’è espropriazione, ma c’è appropriazione, noi non ci
espropriamo, ma ci appropriamo. In noi non c’è cessione in
proprietà altrui, ma acquisizione in proprietà nostra. Non si
potevano collocare in Dio i due movimenti contrari, sono
possibili per una qualità che si accompagna ad ogni essere:
sia umano che divino. È la proprietà (mi appartengo).
Senza di essa non ci sarebbe alcun movimento.
1) Io sono mia proprietà: io sono mio. Prima lo sono al
mio incominciare. Poi mediante la crescita evolutiva
sono passato alla proprietà in atto. Di questo mio passaggio
si è impadronito l’amore Paterno egoisticizzato
e me lo ha integralmente egoisticizzato, per cui al presente
devo dire: io sono proprietà mai egoisticale. In
me c’è stato un dissesto.
2) E in Dio? Anche in Dio c’è proprietà. Dio è sua proprietà.
Che movimento ha la sua proprietà? Se ci fosse
il mio: movimento appropriativo, quel movimento non
esisterebbe perché è l’assoluto, è l’unico, nulla fuori di
sé di cui appropriarsi.
In Dio c’è il movimento opposto e contrario al mio. In Lui c’è
espropriazione. Dio è proprietà sacrificale. Dio è amore sacrificale.
Dovendo presentarlo in atto puro quale realmente è
senza la presenza di alcuna potenzialità come siamo noi, lo
devo chiamare così: il Padre è espropriazione: per questo è
cessione. La cessione espropriata è personificazione di Figlio
e poiché il Figlio vive di quell’amore Paterno, è comunione
di vita eternale. È la comunione trinitaria. Chi non è colto da
sorpresa e da ammirazione al pensiero che la eterna sacrificazione
Paterna è generazione eterna di Figlio, per l’azione
dello Pneuma che fa generazione Figliale la sacrificazione
Paterna. Non è solo Paternità in atto puro, ma è Paternità
Materna che opera passaggio totale di proprietà. Il padre e la
madre umani sono una immagine pallidissima del Padre.
L’uomo passa qualcosa di sé alla donna e la donna si mette a
parziale disposizione del figlio. Il Padre è cessione totale di
sé. La fecondità di ogni sacrificale. Padre Onnipotente nell’eterno
amore sacrificale. Potenza sacrificale.

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