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Cosa può la chiave sacrificale. Il contenuto della ammonizione
di Gesù. Radiografia dell’autorità ecclesiale:
sesto anello: il monopolio del potere.

Lo Pneuma riporterà il laboratorio ecclesiale alla sua
autentica funzione: la confezioni di chiavi sacrificali.
Vedo in me l’anticipazione. Mi fa dotato, mediante il
Visuato Paterno, di una luminosa chiave sacrificale a due
battute: l’attiva: il sacrificale che mi do; la passiva: il
sacrificale che mi si dà. Cosa può la mia chiave sacrificale
passiva:
1) Non può sciogliere il male che inconsciamente mi sono
fatto all’amore amandomi e odiando. Solo il Padre, alla
fine dei tempi, scioglierà quel male a tutti i salvati.
Unica e vera indulgenza plenaria.
2) Mi può sciogliere il male che mi sono fatto consciamente.
Il male che sfugge al sacrificale attivo, lo raggiungo
col passivo e lo sciolgo. Ho fiducia nel sacrificale
inimicale, ma soprattutto in quello fisico finale,
che è tutto da vivere alla maniera divina: con devoto,
silenzioso amore sacrificale.
Il martire sicuramente si scioglie tutto il male conscio.
Con una vita da martire noi pure potremmo sciogliere
tutto il male conscio, ma non sempre ne abbiamo forza e
capacità, per cui ce ne andremo con dello sciolto e dell’insoluto.
Chiave sacrificale del potere parziale. Su ogni
scioglimento parziale, Gesù fa scendere una chiara ammonizione:
tutto ciò che legherai sulla terra, sarà legato nei
cieli. Tutto ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto nei
cieli’. Cos’è quel ‘tutto ciò’ legabile e solubile?
Tutto il male che consciamente ci facciamo all’amore,
amandoci e odiando. L’ammonizione apre a noi terrestri
uno sguardo luminoso sulle realtà celesti. Essa ci parla:
1) Della interdipendenza fra sentire celeste e vissuto terrestre.
Lo sciolto qui lo sentirò sciolto lassù. Il lassù dipende
da quaggiù. Cade così l’ignoranza di lassù, da più
parti affermata. Qui sappiamo com’è, di lassù non sappiamo
come sarà. Il corpo inanimato alla terra, ma lo spirito
Spiritato da quello Paterno con tutto l’amore vissuto
verrà a trovarsi lassù con un sentire immediato e pieno.
2) Valenza del dolore e del sacrificale sul mio male:
a) L’assenza del dolore: me lo fa insoluto e insolubile
(morte eterna dell’amore: inferno eterno)
b) Il dolore me lo fa solubile, ma non sciolto: potrà
essere sciolto.
c) Il sacrificale me lo va successivamente sciogliendo.
d) L’assenza del sacrificale me lo lascia insoluto.
3) Solvenza: col male sciolto, entro in comunione di vita,
che lassù mi passerà al sentire, al gustare e al gioire,
con un gaudio tale da non avere uguale quaggiù.
4) Insolvenza: col male insoluto permango in comunione di
morte, che lassù darà al mio sentire un penare, un dolorare
tanto straziante da non avere un uguale quaggiù.
Sopportabile quel sentire per la speranza e la certezza del
suo scioglimento totale. L’attesa fa puntare gli occhi dei
celesti sulle sorgenti assolventi: il sacrificale Paterno,
Figliale e materno ed ecclesiale terrestre. L’ammonizione
i calciatori la tengono in debito conto. Perché noi cristiani
dovremmo sottovalutare dicendo: ‘La misericordia di Dio
è infinita’?. Ma l’insoluto non può trattarlo da sciolto, finchè
non lo sarà realmente. Come pure dicendo: ‘Di là ci
stanno tutti bene, perché nessuno è mai tornato indietro’.
Ma né lo vogliono né lo possono. Facciamo del sacrificale
la nostra chiave terrestre assolvente il male che ci siamo
fatti consciamente; sarà la chiave celeste che ci immetterà
nel Regno eternale.

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