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Radiografia dell’autorità ecclesiale. Sesto anello: il
monopolio del potere. L’unità Pietrina a contesa con la
individualità del potere della chiave sacrificale.
Espropriazione. Appropriazione. Manipolazione, che fa
un potere dominante che agisce su tutto l’uomo.

In Pietro, per volontà di Cristo, le chiavi sacrificali devono
avere la loro unità pneumatica. Come fanno le chiavi sacrificali
a comporsi, in Pietro, in unità sensibile?
La chiave sacrificale d’autorità doveva essere la matrice di
tutte le altre. Dalla matrice vengono stampate le altre e
risultano uguali a essa. Sacrificale la sua, sacrificali le
nostre: la loro unità è la risultante naturale. Pure in unità, le
chiavi mantengono la loro individualità, che vuol dire: che
in mano mia, la mia funziona. È con la mia che sciolgo;
senza la mia il mio male conscio rimane insoluto.
Sacrificale assolvente. Egoisticale insolvente. Pertanto
unità e individualità, in Pietro, sono chiamate a convivere
pacificamente. Ciò sarebbe avvenuto se l’unità fosse stata
rispettosa della individualità. Ma fra le due c’è un forte sbilanciamento.
Il potere sacrificale appartiene alla sola individualità,
l’unità ne è priva.Tentazione forte fu di assalire l’individualità
e rapirne il potere. Ve la conduce la egoisticità,
che in autorità sviluppa una azione più forte che altrove,
fino a toccare una voracità eccezionale. Man mano che la
chiave sacrificale d’autorità si va impoverendo, si sviluppa
una azione espropriatrice: ‘Non è tuo il potere della chiave
sacrificale’. E la Chiesa venne espropriata d’autorità.
Prontamente se l’è appropriata: ‘Il potere delle chiavi sacrificali
è mio’. In mano sua, può dare il via a una profonda
manipolazione. Ed è naturale, perché in mano altrui la mia
non funziona. Così, per azione egoisticale, la chiave sacrificale
in mano sua deve diventare una: chiave dominale.
L’ammonizione fatta al mio potere sacrificale (il soluto qui
lo è pure lassù, mentre l’insoluto qui, lo è pure lassù) si trasforma
in riconoscimento divino assicurato agli atti del
potere dominale dell’autorità. ‘Quello che sciogli o leghi,
tale lo ritengo pure io’. Dio risulta soggiogato all’autorità
ecclesiastica. Legare e sciogliere non è più del sacrificale,
ma del potere dominale. Un potere che va articolandosi in
più parti, fra loro collegate. Si fa:
1) Potere di comando proibitivo
2) Potere di minaccia punitiva (una valanga di pene canoniche)
3) Potere di giudizio applicativo (una fungaia di tribunali
ecclesiastici)
4) Potere di condanna definitiva (scomunica: esclusione
dalla comunità)
Abbiamo individuato la radice di quella pratica giudiziale
denominata: inquisizione ecclesiastica. Si moltiplicano le
carceri per rinchiudervi gli eretici, maghi, streghe, praticanti
della scienza occulta. Si pratica la tortura per estorcere
la confessione. Si accendono i roghi per bruciarvi
l’eresia e incenerire l’eretico. La sfera di azione del potere
dominale ecclesiale raggiunge tutta la persona. Agisce:
1) Sul suo esterno: è l’autorità che ammette o esclude
dalla comunità.
2) Sul suo interno: è lei che fa su le coscienze: permette o
proibisce.
3) Sulla sua interiorità: assolve o ritiene i peccati commessi
dal fedele.
Fa nascere così la confessione; partecipa ai suoi ministri il
potere di assolvere dai peccati, ma non tutti. I cosiddetti
peccati irremissibili neppure lei li assolveva. Siamo così
arrivati al gravissimo furto. Il cristiano è stato derubato del
suo potere sacrificale di assolversi dal suo male
conscio.Guardiamo con attenzione a ciò che sta facendo lo
Pneuma. Fa morire la confessione e incomincia a ridonare
al cristiano il suo potere sacrificale. Attraverso il
Visuato Paterno.

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