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Decimo dono: il sacrificale da dirci e da fare.
Volontà sacrificale Paterna: terrestre passiva inimicale sul
bene inerente dell’autorità umana. L’ecclesiale?
*) Monopolio del potere. Nel Figlio, potenza sacrificale.
Dubitata per l’idea di un Dio che non ha nulla di sacrificale,
e per l’attesa di un regno messianico antipagano.
Gesù si inserisce parlando del Regno di Dio in contrapposizione
con quello di Satana.

Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il vecchio
fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del dire egoisticale,
ed ecco uscir fuori la preghiera del fare sacrificale. Ci
si accosta pregandolo. Quando pregate, voi dite: Padre nostro
che sei nei cieli. Sia fatta la tua volontà sacrificale, la celeste e
la terrestre. Preghiera tutta sacrificale questa, da dirci e da fare.
Il Padre vuole il sacrificale suo celeste. Vuole pure il terrestre:
il suo e il nostro: attivo e passivo; il cosmico e l’inimicale. Il
nemico ci può sacrificare: i beni componenti, aderenti e inerenti:
dignità e autorità umana. La divina è sacrificale, la genitoriale
è egoisticale. E l’ecclesiale? Col decentramento del
sacrificale, ne viene una catena di interventi egoisticali, tutti
monopolizzatori. Siamo all’ultimo anello: il sesto: il monopolio
del potere. Il Visuato Paterno ci ha mostrato luminosamente
la vera potenza divina. La Paterna: onnipotenza sacrificale:
tutto può nell’amore sacrificale. La Figliale è: potenza sacrificale.
Nell’amore sacrificale può tutto quello che è consono al
Figlio. È il Padre che la partecipa al Figlio. Tra Padre e Figlio:
identità di potenza, ma disparità di esercizio. Abbiamo individuato
il potere centrale che fa da guida a tutti i suoi derivati. È
il potere benefical-sacrificale. Lo afferma in una apparizione
sul monte non precisato. Di quell’incontro Matteo ha l’acume
di annotare una scissione negli undici: ‘Quando lo videro lo
adorarono, ma alcuni dubitavano’. Cosa dubitavano?
1) Non dubitavano certamente della sua identità. Lui era
proprio il Gesù che era stato crocifisso: le sue mani e i
suoi piedi ne portavano i segni inconfondibili.
2) Non dubitavano certamente della sua realtà corporea: si
era fatto vedere, toccare, palpare, si era mostrato nell’atto
di mangiare. Non era un fantasma o una pura immagine
vivente.
3) Non dubitavano certamente della sua risurrezione: da
morto, eccolo rivivo.
Cosa dubitavano allora? Quella fu una delle ultime apparizioni
che hanno preceduto la finale: quella della Assunzione. È
sul loro dubbio che Gesù fa scendere l’affermazione della
completezza dei suoi poteri celesti e terrestri. Di essi abbiamo
fatto una sintesi: il potere benefical-sacrificale: più semplicemente
il potere sacrificale. Dubitavano dunque che il sacrificale
fosse un potere divino, e quindi un potere da trasmettere
e da ricevere. Non era dunque un potere appetibile. Il Dio
dell’Antico Testamento non aveva nemmeno un filamento di
sacrificalità, e noi lo abbiamo candidamente definito: impassibile,
immortale, senza alcuna ombra di sacrificalità.
Dubitavano dunque del potere sacrificale di Cristo. La loro
mente, i loro pensieri, la loro attesa, erano dominate dalla
imminenza di un regno messianico, instaurato da un eccezionale
mandato da Dio, denominato Messia, che con potere irresistibile
e travolgente avrebbe spazzato via quella che da quasi
100 anni era la ignominia vergognosa che gravava sul popolo
di Dio: la dominazione pagana: la romana. Gesù si inserisce
prepotentemente su quella attesa di regno messianico, per
mutarne sostanzialmente il contenuto. Si inserisce parlando
ostentatamente del Regno di Dio, che chiama anche: Regno
dei Cieli. Lo fa non per contrapporlo al regno pagano dei
romani, ma a un altro regno che lo ha preceduto: il regno di
Satana, degli inferi. Due regni in contrasto fra di loro. Il regno
del sacrificale, e il regno dell’egoisticale. Il Regno di Dio è un
tema che Gesù apre sin dall’inizio della sua predicazione e gli
dà pieno svolgimento per tre anni, provocando reazioni anche
indignate nei suoi. Loro dubitavano, noi non crediamo che il
Regno di Dio sia il Regno del potere sacrificale.

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